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Martedì Santo

Per il leonfortese il MARTEDÌ SANTOsi identifica con il giorno dell’Addolorata, amata, invocata e venerata dai suoi confrati e dallo stuolo di fedeli. In passato questo giorno era dedicato all’adorazione eucaristica da parte dell’omonima confraternita che si recava in Chiesa Madre portando con se un quadro raffigurante la Vergine Maria.Dai primi del ‘900 ai giorni nostri viene portata lungo le vie del paese la statua raffigurante Maria Addolorata,  avvolta nel manto scuro e con un pugnale conficcato nel petto. La stessa è sapientemente adornata da splendide rose bianche che vengono donate dai leonfortesi in segno di devozione durante la sera del lunedì santo. Ogni anno sono più di un migliaio quelle che vengono consegnate ai piedi della Madre.All’imbrunire del martedì, a cura dell’omonima confraternita, dalla chiesa di Santo Stefano ha inizio la commovente processione, aperta dalla croce con le insegne ed i lampioni che percorre gran parte del centro storico, transitando dalla Chiesa Madre, continua lungo il Corso Umberto scortata dalla folla di fedeli per dirigersi verso la Chiesa dei Padri Cappuccini e ancora lungo il corso principale per poi fare ritorno nella Chiesa di Santo Stefano ove il fercolo è accolto da confrati e fedeli che insieme intonano il canto del Salve Regina.Il Martedì Santo è il giorno più lungo, il più atteso, il più intenso per emozioni, sensazioni, commozione. Non è una processione: è la processione. È in essa si sostanziano particolari segni che la distinguono e la rendono unica: la compostezza con la quale la lunghissima fila di confrati e consorelle procedono nel camminare. La presenza delle verginelle, le bambine vestite di nero e con un velo in testa anch’esso nero, che portano in mano un piccolo Crocifisso con un mazzetto di fiori ad esso legato. Il silenzio di chi partecipa e di chi assiste alla processione scandisce tutta la durata dell’evento. La solennità è altresì conferita dalla presenza del Sindaco, a rappresentare tutto il paese, dall’amministrazione comunale tutta e, anche, dalla partecipazione dell’Arma dei Carabinieri con due militari in alta uniforme a scortare il simulacro di Maria, “unica” occasione nella quale sono presenti nella nostra città. E poi ancora l’incedere a passo cadenzato della vara con la caratteristica “annacata” a rappresentare il forte dolore della Madre, le struggenti emozioni provocate dalle marce funebri eseguite dalla banda musicale e dall’ascolto del “lamento”, nenia arabeggiante intonata con intensità e passione da cantori locali. Ma il segno che più la contraddistingue è l’adorazione eucaristica che avviene in una Chiesa Madre gremita di persone, vissuta con grande fede e devozione. Al passaggio della Madonna tra due ali di folla, lungo il Corso Umberto, tutti si fermano come per renderle onore. Di questa processione, che è un segno esteriore ma ancorato saldamente ad una profonda religiosità popolare che unisce fede e tradizione, i fedeli, i confrati, il popolo tutto, ne sono gli interpreti