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Confraternita di Maria SS della Mercede

La Confraternita di Maria SS della Mercede di Leonforte nacque intorno al 1660, durante il governo del Principe Giuseppe Branciforti, figlio del fondatore di Leonforte, come Confraternita “MADRE della Mercede”,  collegata al Convento  dei Padri Mercedari Scalzi di Santa Maria del Molo di Palermo. La Confraternita ebbe sede  in quella che poi sarà la Chiesa della Mercede, ma che al tempo era un locale adibito ad Oratorio della venerabile Compagnia Maria SS degli Agonizzanti, composta da Sacerdoti  che si occupavano della cura spirituale di chi era prossimo alla morte o nell’ospedale della Cuticchiata, istituito dal nicosiano G.B. Falciglia, o nelle case di paese o in quelle di campagna che al tempo erano la stragrande maggioranza.  

L’Oratorio, costruito su un terreno donato  dalla facoltosa famiglia Gussio che lo reggeva, dovette essere inizialmente una piccola cappella per contenere tutto ciò che era necessario in quel tempo per conservare e portare le Ostie Consacrate agli agonizzanti. È documentato che il Principe Giuseppe Branciforti, che era molto legato ai Padri Mercedari Scalzi di Palermo e  contribuiva generosamente alle loro opere, nel 1658 assegnò una cospicua rendita all’Oratorio degli Agonizzanti e chiese ai Gussio di ingrandire la struttura, di intitolarla a Maria SS della  Mercede e di aprire la Congregazione a un Terz’Ordine di Laici, aggregato all’ordine dei mercedari, di modo che, oltre a occuparsi di far ricevere a tutti i moribondi gli ultimi sacramenti, vi si raccogliessero elemosine per riscattare i prigionieri cristiani fatti schiavi dai Turchi. 

L’ordine dei Mercedari fu fondato il 10 agosto del 1218 da Pietro Nolasco, un francese molto religioso residente in Spagna, che aveva avuto una visione della SS Vergine, la quale si fece conoscere come la “Mercede” (dallo spagnolo”Merced” che significa “prezzo, ricompensa”) e lo esortò a fondare un’ordine religioso che avesse come fine principale quello di riscattare i cristiani finiti in schiavitù ad opera dei musulmani e dei pirati saraceni che infestavano la penisola iberica e le coste del mediterraneo dove rapivano gli abitanti cristiani  e li trasportavano come schiavi nel nord Africa. Nacque così da Pietro Nolasco nella cattedrale di Barcellona l’ordine dei Mercedari che chiedevano elemosine per il riscatto degli schiavi e, quando il denaro non bastava, offrivano se stessi per il riscatto. In quest’impresa un grande sostenitore di Pietro Nolasco fu Raimondo Nonnato, canonico della cattedrale di Barcellona e prevosto del capitolo, che  nel 1224 si arruolo nell’ordine Mercedario e partì per il Nord Africa. Al ritorno Papa Grecorio lX decise di farlo cardinale. Lo incoraggiarono molto  Giacomo I, re di Aragona, che concesse al nuovo ordine religioso di potersi insignire delle sue insegne reali, “i 4 pali d’Aragona o barre catalane”(4 barre rosse con il contorno dorato) e il vescovo di Barcellona “Berenguer De Palau” che concesse di potersi insignire della Croce bianca sinbolo della cattedrale di Barcellona. In conseguenza di ciò, sul petto i religiosi che fanno parte dell’ordine Mecedario indossano uno scudo con fondo rosso con la croce bianca e i 4 pali rossi sormontati da una corona. 

La Confraternita di Maria SS della Mercede di Leonforte ha, infatti, come divisa dei confrati, l’abito a saio bianco con cordone e con cappuccio di tela bianca a forma piramidale che, per la festa dell’Ecce Homo, copre interamente il viso ad eccezione dei due fori fatti per gli occhi, per indicare che davanti alla Redenzione siamo tutti uguali e anonimi.  Il saio è sormontato dalla ”pazienza” con impresso lo stemma mercedario con la Croce bianca e le 4 barre catalane. Recentemente all’abito tradizionale si è aggiunta la cappa che riprende l’abito della Statua di Pietro Nolasco del gruppo statuario leonfortese.

   La Confraternita negli anni ’80 si è aperta al ramo femminile che, però, ancora non ha Statuto autonomo perché non raggiunge le 50 iscritte, e l’abito delle Consorelle è in tutto simile all’abito della Statua della Madonna del gruppo statuario leonfortese: saio avano, bordato in oro, con cordone e pazienza con lo stemma mercedario.

 La Confraternita, riconosciuta dalle competenti autorità ecclesiastiche, è gestita da un Superiore, da 2 Congiunti, dal Cassiere, dal Segretario e dai Revisori dei conti, eletti secondo le norme del nuovo STATUTO, regolarmente approvato e registrato il 2 gennaio 1995. 

   Lo Statuto prevede la figura del Maestro dei Novizi che per tradizione è il Superiore uscente. Egli coadiuva l’Assistente spirituale nella formazione degli aspiranti, istruendoli sulle regole della Confraternita

   Tutti i militanti, attualmente circa un centinaio, sono molto attivi nell’organizzazione delle feste di Maria SS della Mercede, dell’Ecce Homo, dell’Esposizione Eucaristica della IV Domenica di Quaresima e nella gestione della Statua di San Michele Arcangelo nella rappresentazione simbolica  d’o Ncuontru di Pasqua.